Novità pensioni 2026: tabelle ufficiali con importi aggiornati

Ivan Lombardo

Agosto 2, 2025

Il 2026 porta con sé un nuovo ciclo di aggiornamenti per le pensioni italiane: non solo una rivalutazione automatica legata all’inflazione, ma anche modifiche significative su assegni minimi, pensioni assistenziali e coefficienti contributivi. Queste novità influenzano direttamente milioni di pensionati, che dovranno comprendere come cambiano gli importi mensili e quali scenari fiscali attendono chi vive con particolari prestazioni previdenziali.

La rivalutazione delle pensioni: ipotesi tra 1,6% e 1,8%

Secondo le stime contenute nel Documento di Economia e Finanza approvato nell’aprile 2025, l’inflazione tendenziale del 2025 si attesterà intorno al 2,1%, ma l’aumento effettivo applicato alle pensioni sarà compreso tra 1,6% e 1,8%. Questo significa che le pensioni non subiranno un incremento omogeneo, ma saranno adeguate secondo un sistema a tre fasce che garantisce maggiore equità.

Le tre fasce di rivalutazione e le soglie di reddito

In base alla legge n.448/1998, le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo verranno rivalutate al 100%, quelle tra 4 e 5 volte al 90%, mentre le pensioni oltre 5 volte saranno adeguate solo al 75% del tasso pieno. Se si considera che il minimo per il 2025 è pari a circa 603,40€, significa che fino a 2.413,60€ si riceverà l’aumento pieno: da 2.413,61 a 3.017€ la rivalutazione sarà parziale; sopra questa soglia l’incremento sarà ulteriormente ridotto.

Quanto crescono la pensione minima, assegno sociale e invalidità civile

Le prestazioni assistenziali seguono lo stesso schema: la pensione minima salirà da 603,40€ a un valore stimato tra 613,05 e 614,26€ mensili con rivalutazione 1,6–1,8%. Se l’integrazione straordinaria si riduce da 2,2% a 1,7%, l’importo massimo potrebbe raggiungere tra 623,47 e 624,70€. L’assegno sociale passerà da circa 538,68€ a 547–548€, mentre l’invalidità civile da 336€ salirà tra 341,37 e 342,04€.

Aumenti pratici: esempi concreti per pensioni diverse

Facciamo chiarezza con esempi realistici: se l’indice Ipca raggiunge il 2,1%, sul lordo della pensione da 2.200€ si applicherà interamente la rivalutazione del 100%, generando un incremento di circa 35–39€ mensili. Su assegni di 3.200€, si applica il 90% proiettando un aumento tra 46 e 52€. Per pensioni da 4.500€, con rivalutazione al 75%, il guadagno sarà intorno a 60€ al mese.

In sintesi, per il 2026 sono attesi aumenti graduali ma netti: le pensioni più basse otterranno un incremento più sostanzioso, mentre quelle di importo elevato vedranno un adeguamento più contenuto. Anche assegni assistenziali saranno interessati da revisioni, seppure moderate. La vera attenzione va però all’evoluzione fiscale: il taglio Irpef previsto per la fascia media dei pensionati può aumentare il netto percepito mensile fino a 50€ in più, a seconda del reddito lordo annuo.

×