‘Il cielo potrebbe oscurarsi’, rischio blackout causato da una tempesta geomagnetica

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Agosto 2, 2025

Gli scienziati temono un nuovo episodio estremo: il Sole mostra segnali di intensa attività e l’Italia, insieme ad altri Paesi europei, potrebbe trovarsi a fronteggiare gli effetti di una delle più potenti tempeste geomagnetiche degli ultimi decenni.

Il Sole si sta risvegliando: cosa sta succedendo davvero

Il Sole attraversa periodi ciclici di attività chiamati cicli solari, ciascuno dei quali dura in media 11 anni. Attualmente ci troviamo nel cosiddetto Ciclo Solare 25, iniziato ufficialmente a dicembre 2019 e destinato a raggiungere il picco massimo tra la seconda metà del 2024 e il 2025. Proprio in questi mesi, le agenzie spaziali internazionali stanno osservando una crescita anomala delle macchie solari e delle espulsioni di massa coronale (CME), che rappresentano i segnali più concreti di un aumento del rischio di tempeste geomagnetiche.

Quando il Sole emette una CME in direzione della Terra, queste particelle cariche impattano contro il campo magnetico terrestre e possono provocare una risposta molto violenta da parte della nostra magnetosfera. Questo tipo di evento, noto come tempesta geomagnetica, può causare alterazioni estese nel comportamento del nostro pianeta a livello elettrico, magnetico e visivo. Tra gli effetti più noti ci sono le aurore polari, spettacolari fenomeni luminosi che in casi estremi possono comparire anche a latitudini insolitamente basse. Ma il vero timore, condiviso da fisici solari e autorità competenti, è che un evento estremo possa provocare blackout elettrici, disturbi alle reti di telecomunicazione, errori nei sistemi di navigazione GPS e problemi ai satelliti in orbita.

Gli episodi gravi sono rari ma documentati. Il più noto è quello del marzo 1989, quando una tempesta geomagnetica provocò un blackout totale nella rete elettrica del Québec, in Canada, lasciando milioni di persone al buio per oltre nove ore. Nel maggio 2024, una tempesta classificata come G4, quindi di forte intensità, ha causato disturbi nei segnali radio e visibilità dell’aurora boreale anche in alcune regioni del Nord Italia. Ora, secondo i dati raccolti dal NOAA e da altri centri di ricerca solare, potrebbe accadere di nuovo — e in forma anche più intensa.

Quando e dove potremmo vederne gli effetti anche in Italia

Gli scenari previsti per l’estate e l’autunno 2025 non sono solo ipotesi teoriche. I modelli previsionali aggiornati al mese di luglio indicano che, tra agosto e settembre, ci sarà un picco anomalo di attività solare. Le macchie solari attualmente osservate si stanno moltiplicando e alcune sono già state classificate come potenzialmente pericolose, in grado cioè di generare CME dirette verso la Terra. Proprio in virtù di questi segnali, gli scienziati dell’INGV e i tecnici delle agenzie europee stanno monitorando ora per ora lo sviluppo della situazione.

In Italia, gli effetti di una tempesta geomagnetica dipendono da diversi fattori. Il più importante è la posizione geografica: le aree più a rischio sono quelle settentrionali, come il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia, dove il campo magnetico terrestre è più sensibile alle sollecitazioni. In caso di impatto diretto, si potrebbero verificare disturbi nelle reti elettriche ad alta tensione, interferenze nelle trasmissioni radio e dati, interruzioni nel funzionamento dei satelliti meteorologici e di navigazione, e problemi alle infrastrutture digitali più vulnerabili.

Un altro aspetto riguarda la possibilità di osservare, anche in Italia, fenomeni visivi straordinari. L’aurora boreale, che normalmente è visibile solo nei Paesi scandinavi o in prossimità del Circolo Polare Artico, può scendere anche a latitudini più basse in caso di eventi geomagnetici intensi. Questo è quanto avvenuto proprio nel 2024, quando cittadini di Veneto, Toscana e Marche hanno potuto osservare nel cielo notturno luci verdi e rosse di rara bellezza, causate dalla ionizzazione dell’atmosfera in presenza di particelle solari ad alta energia.

Sebbene questi fenomeni possano sembrare affascinanti, il rischio maggiore rimane di natura tecnica. I sistemi di distribuzione dell’energia elettrica, infatti, non sono progettati per assorbire le correnti indotte da un evento di questa portata. Inoltre, molti apparati digitali domestici — come modem, router, inverter e dispositivi smart — possono subire danni in caso di sovratensioni improvvise. Ecco perché enti come la Protezione Civile e l’Autorità per l’energia stanno predisponendo piani di prevenzione per garantire la stabilità della rete, almeno nelle fasi più sensibili del ciclo solare in corso.

Cosa possiamo fare e perché dobbiamo prepararci anche senza allarmismi

Al momento, non esiste un vero e proprio allarme ufficiale, ma la comunità scientifica invita alla prudenza. Le tempeste geomagnetiche più gravi si possono prevedere solo con qualche giorno di anticipo, quando una CME viene rilevata in uscita dal Sole e se ne può calcolare la traiettoria. In quel caso, gli enti preposti rilasciano previsioni in tempo reale sul possibile arrivo sulla Terra, con tempistiche stimate che vanno dalle 15 alle 72 ore.

Per il cittadino comune, non ci sono molte azioni obbligatorie da intraprendere, ma essere informati è il primo passo per affrontare anche le emergenze meno frequenti. Nei prossimi mesi sarà utile seguire le indicazioni dell’INGV, dell’Agenzia Spaziale Europea e del NOAA, che pubblicano aggiornamenti costanti sull’attività solare. Alcune semplici precauzioni, come tenere una torcia elettrica in casa, scollegare dispositivi delicati in caso di segnalazioni ufficiali o evitare l’uso di strumentazione elettronica durante i picchi geomagnetici, possono limitare i danni in caso di evento reale.

Non è fantascienza, né catastrofismo gratuito. È scienza documentata. E oggi, più che mai, l’interconnessione tra Sole e Terra non può essere sottovalutata. Il 2025 sarà un anno cruciale per la comprensione e la gestione dei rischi legati allo spazio, e l’Italia, come il resto del mondo, dovrà farsi trovare pronta.

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