Gaza, Segre critica l’uso del termine “genocidio” come vendetta verbale

Ivan Lombardo

Agosto 2, 2025

La senatrice a vita Liliana Segre ha risposto alle affermazioni dello scrittore israeliano David Grossman in un’intervista pubblicata sulle pagine di Repubblica. Segre ha espresso il suo accordo con le riflessioni di Grossman, sottolineando l’importanza di affrontare la crisi tra israeliani e palestinesi senza cadere nella trappola della violenza culturale.

Le parole di Liliana Segre

Il 2 agosto 2025, Liliana Segre ha rilasciato un’intervista in cui ha affrontato il tema della crisi israelo-palestinese. La senatrice ha dichiarato che in Europa il compito è duplice: da un lato, è fondamentale supportare entrambe le parti in conflitto, dall’altro, è necessario evitare che la violenza culturale si diffonda nel continente. Segre ha criticato l’uso del termine “genocidio“, affermando che tale linguaggio non è analitico ma piuttosto vendicativo. Secondo la senatrice, questa terminologia serve a distogliere l’attenzione dalla responsabilità storica dell’Europa, attribuendo ingiustamente le colpe dell’Israele contemporaneo alle vittime del nazismo.

La senatrice ha sottolineato che la situazione attuale richiede una riflessione profonda e un approccio equilibrato, piuttosto che una polarizzazione estrema. Ha anche evidenziato come l’umanità debba essere in grado di resistere ai “germi del genocidio“, citando direttamente le parole di Grossman. Segre ha espresso la sua amarezza per le immagini che emergono dai telegiornali, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo e di una comprensione reciproca tra le diverse parti coinvolte.

Il contesto della crisi israelo-palestinese

La crisi israelo-palestinese è un tema di grande rilevanza e complessità, che affonda le radici in decenni di conflitti e tensioni. Nel 2025, la situazione rimane critica, con un costante aumento delle violenze e delle tensioni tra le due comunità. Le parole di Liliana Segre si inseriscono in un dibattito più ampio, in cui intellettuali, politici e cittadini stanno cercando di trovare soluzioni pacifiche a un conflitto che ha causato innumerevoli sofferenze.

La senatrice ha messo in evidenza come sia necessario un approccio che vada oltre le posizioni estreme, invitando a una riflessione che tenga conto delle storie e delle sofferenze di entrambe le parti. La sua posizione rappresenta un appello alla responsabilità collettiva, sottolineando l’importanza di non cedere alla tentazione di schierarsi in modo acritico da una parte o dall’altra.

La crisi continua a suscitare reazioni in tutto il mondo, con manifestazioni e dibattiti che si svolgono in vari paesi. Le parole di Segre, quindi, non solo si rivolgono a un pubblico italiano, ma risuonano anche a livello internazionale, richiamando l’attenzione sulla necessità di una pace duratura e giusta.

Il ruolo della cultura nel dibattito

Nel contesto attuale, il dibattito culturale gioca un ruolo cruciale nella comprensione e nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese. La senatrice Segre ha messo in evidenza l’importanza di affrontare la questione con sensibilità e rispetto, evitando di cadere in linguaggi che possono alimentare ulteriormente le divisioni. La cultura, in questo senso, può diventare un ponte tra le diverse comunità, favorendo il dialogo e la comprensione reciproca.

La posizione di Segre si inserisce in un panorama culturale in evoluzione, dove artisti, scrittori e intellettuali stanno cercando di contribuire a una narrazione che possa unire piuttosto che dividere. La sfida è quella di creare spazi di confronto e di riflessione, in cui le voci di tutti possano essere ascoltate e rispettate.

In un momento storico così delicato, le parole della senatrice rappresentano un invito a riflettere sulle responsabilità individuali e collettive, sottolineando l’importanza di un impegno attivo per la pace e la giustizia. La strada da percorrere è lunga e complessa, ma il dialogo e la cultura possono costituire strumenti fondamentali per costruire un futuro migliore.