Barbara Bloom: “Gli artisti sono come canarini in miniera. Possiamo tutti raggiungere la pace”

Ivan Lombardo

Agosto 2, 2025

Barbara Bloom, artista di fama internazionale, ha saputo incarnare il concetto di hauntology, teorizzato da Jacques Derrida nel 1993, attraverso le sue opere. Questo termine si riferisce all’idea che il passato continui a influenzare il presente, come spettri che ci perseguitano. Bloom, intervistata da La Stampa, ha chiarito il suo approccio artistico, affermando: «Non mi sento di correggere i torti nel mondo. Non sono un’attivista politica, ma voglio fornire spunti di riflessione». La sua intenzione è quella di stimolare il pubblico a riconsiderare la propria percezione della realtà.

Nascita e formazione di Barbara Bloom

Nata a Los Angeles nel 1951 e residente a New York dal 1992, Barbara Bloom ha sviluppato una visione acuta della storia, che si riflette nelle sue opere. Dopo aver conseguito il diploma al California Institute of the Arts nel 1972 sotto la guida di John Baldessari, ha unito il rigore dell’arte concettuale a un approccio ludico e umoristico. Bloom ha spiegato che nel suo lavoro ci sono elementi ricorrenti, come l’assenza e il tentativo di rendere visibili ciò che non è presente, come ombre e tracce. Inoltre, cerca di animare storie passate attraverso oggetti, creando una connessione tra passato, presente e futuro.

La mostra “Accord” alla Galleria Raffaella Cortese

Recentemente, Bloom ha presentato la sua ultima serie di opere, intitolata Accord, alla Galleria Raffaella Cortese di Milano. Questa esposizione non è incentrata sulla musica, ma piuttosto sulla diplomazia internazionale. L’artista ha dichiarato di aver riflettuto sui luoghi in cui le persone si sono unite per eventi significativi, come trattati e accordi. Queste situazioni rappresentano momenti in cui la cultura e la cooperazione hanno prevalso sugli interessi personali.

L’idea per questa serie è emersa in un periodo di grande difficoltà globale. Bloom ha rivelato che inizialmente ha intrapreso questo percorso per il suo benessere mentale, trovando conforto in un articolo sulla New York Review of Books. La sua ricerca l’ha portata a scoprire che gli esseri umani possono comportarsi in modi positivi e utopici. La domanda che si è posta è come tradurre visivamente questa positività in un contesto attuale.

Riflessioni sull’arte e la diplomazia

Bloom ha deciso di focalizzarsi sulle relazioni internazionali, esaminando gli accordi tra nazioni che regolano la convivenza civile. Questa scelta si è rivelata particolarmente profetica, considerando che l’idea per la mostra è nata prima dell’elezione del 47° presidente degli Stati Uniti, la cui amministrazione ha iniziato a modificare il panorama diplomatico consolidato nel tempo. Bloom ha paragonato gli artisti a “canarini nella miniera di carbone”, capaci di percepire segnali e avvisare prima che gli altri se ne rendano conto.

L’artista ha espresso la sua vulnerabilità di fronte ai cambiamenti globali, ammettendo di sentirsi impreparata. Ha sottolineato che, sebbene desideri creare opere che stimolino l’azione e la resistenza al fascismo, non è sicura di poterlo fare. La sua ricerca si concentra sulla bellezza e sulla possibilità che le persone possano agire in modo virtuoso, senza un’intenzione politica diretta.

L’approccio estetico di Bloom

La poetica di Bloom si basa sulla bellezza e sull’elemento surreale, che invita gli spettatori a considerare il tema con una prospettiva diversa. L’artista ha citato l’amica e storica dell’arte Susan Tallman, che ha osservato come il mondo dell’arte contemporanea stia attraversando un periodo di elevata rettitudine morale. In questo contesto, Bloom ha definito le sue opere come “insinuazioni visive”, elementi che stimolano l’immaginazione e l’attenzione critica del pubblico.

Per Accord, Bloom invita il pubblico a stringere un patto di sospensione dell’incredulità, proponendo un’esperienza che sfida le convenzioni. La sua speranza è di infondere fiducia nella capacità umana di comportarsi bene, anche se non è certa di poter convincere gli altri. L’artista desidera che il suo lavoro possa far riflettere su ciò che significa credere nella possibilità di un cambiamento positivo.