Andrea Cavallari, un 26enne condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo, è stato estradato in Italia il 30 luglio 2025, dopo essere stato arrestato a 70 km da Barcellona, in Spagna, il 17 luglio. La sua evasione, avvenuta il 2 luglio durante un permesso per discutere la tesi di laurea all’Università di Bologna, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’efficacia del sistema penitenziario.
La strage di Corinaldo
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, Andrea Cavallari e altri cinque membri della cosiddetta “banda dello spray” si resero protagonisti di un evento tragico all’interno della discoteca Lanterna Azzurra, situata a Corinaldo, nelle Marche. Durante il concerto del rapper Sfera Ebbasta, i membri della banda spruzzarono uno spray urticante tra la folla, provocando panico e una fuga disperata. Questo comportamento irresponsabile portò alla morte di cinque ragazzi minorenni e di una madre di 39 anni, mentre altre 59 persone rimasero ferite. I membri della banda furono tutti condannati in via definitiva per i loro crimini, ma la fuga di Cavallari ha riacceso i riflettori su questa tragica vicenda.
Le dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia
Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, ha commentato l’arresto di Cavallari, affermando che “Andrea Cavallari è rientrato in Italia e sarà assicurato alle patrie galere”. Ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dal Nucleo Investigativo Centrale (Nic) e dalla polizia penitenziaria, definendoli un presidio di legalità e professionalità. Delmastro ha anche avvertito che chi cerca di eludere la giustizia deve essere consapevole che lo Stato non abbassa la guardia. Il sottosegretario ha espresso un sentito ringraziamento a tutti gli agenti della polizia penitenziaria per il loro impegno quotidiano nel garantire la legalità nel Paese.
Il caso di Cavallari non solo mette in evidenza le problematiche legate alla sicurezza nel sistema penitenziario, ma solleva anche interrogativi su come le autorità gestiscano le situazioni in cui i detenuti ottengono permessi temporanei. La sua evasione e il successivo arresto in Spagna hanno messo in luce la necessità di un monitoraggio più attento e di misure di sicurezza più rigorose per evitare simili incidenti in futuro.
Il contesto della fuga
Andrea Cavallari ha ottenuto un permesso per discutere la sua tesi di laurea, ma durante quel breve intervallo ha deciso di evadere. Questo comportamento ha messo in discussione l’affidabilità del sistema che consente ai detenuti di ottenere permessi per motivi di studio o di lavoro. In un contesto in cui la sicurezza pubblica è una priorità, la fuga di un condannato per un reato così grave ha suscitato preoccupazioni tra le autorità e i cittadini. La cattura di Cavallari, avvenuta a seguito di un’operazione congiunta tra le forze dell’ordine italiane e spagnole, ha dimostrato l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta contro la criminalità.
L’estradizione di Cavallari segna un passo significativo nel processo di giustizia per le vittime della strage di Corinaldo e rappresenta un monito per tutti coloro che pensano di poter sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni.