La necropoli infantile di Gela si trasforma in un museo all’aperto

Ivan Lombardo

Luglio 29, 2025

A Gela, nella Sicilia centrale, è stata fatta una scoperta straordinaria: un antico cimitero infantile risalente al VII-VI secolo a.C. Questo sito, situato nel cuore del centro storico, è stato trasformato in un museo a cielo aperto, rendendo accessibile al pubblico un patrimonio archeologico di inestimabile valore.

L’importante ritrovamento

L’importante ritrovamento è avvenuto durante i lavori di installazione della fibra ottica da parte di Open Fiber. Clara Di Stefano, regional manager dell’azienda per Sicilia e Calabria Sud, ha raccontato che nel 2019, mentre si procedeva con il cablaggio della città, è emersa la necessità di rispettare le prescrizioni della Soprintendenza, che richiedevano un’assistenza archeologica a causa della ricca storia culturale di Gela. “Abbiamo dovuto collegare circa 21mila unità immobiliari e, nel rispetto delle normative, abbiamo attivato un monitoraggio archeologico“, ha spiegato Di Stefano.

Inaugurazione del museo

Questa mattina, il taglio del nastro ha segnato l’inaugurazione del nuovo museo in via Di Bartolo, dove è stata posizionata una lastra trasparente sopra gli scavi. Questa struttura consente ai visitatori di osservare le tombe, gli scheletri e i corredi funerari anche durante la notte. “Abbiamo trovato numerosi reperti“, ha continuato Di Stefano, “ma la scoperta di circa dieci tombe infantili ha avuto un impatto particolare, tanto che abbiamo deciso di interrompere i lavori e modificare il progetto originale. Insieme alla Soprintendenza, abbiamo quindi avviato il finanziamento di questo museo a cielo aperto, ora restituito alla comunità“.

Investimenti e difficoltà

Open Fiber ha investito circa 500mila euro per realizzare il progetto. “La gestione di questi scavi ha presentato diverse difficoltà“, ha aggiunto Di Stefano, “inclusi sversamenti di liquami e interferenze con altri servizi sotterranei. È stato un lavoro complesso, portato avanti in collaborazione con il Comune e la Soprintendenza“.

Partecipazione della comunità

Durante l’inaugurazione, i residenti di via Di Bartolo hanno abbellito la strada con centrini ricamati, ombrelli colorati e bassorilievi che richiamano l’epoca storica del ritrovamento. Tra i presenti, anche l’assessore regionale ai Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato, che ha sottolineato l’importanza di valorizzare il patrimonio culturale siciliano. “Oggi a Gela inauguriamo un museo a cielo aperto. Ogni scavo in Sicilia è una finestra sul passato. Siamo soddisfatti di aver combinato innovazione, tutela e progresso. La collaborazione tra Soprintendenza e Open Fiber ha portato a un risultato significativo per la storia di Gela e della Sicilia”, ha dichiarato Scarpinato.

Il quartiere Borgo

Il quartiere Borgo, dove si trova via Di Bartolo, era un tempo sede di una vasta necropoli greca. Paolo Orsi, un pioniere dell’archeologia, aveva già effettuato scavi nella zona all’inizio del secolo scorso, ma molte delle tombe esplorate da lui sono oggi invisibili. Le dieci sepolture recentemente scoperte, disposte su due livelli, appartengono a bambini di età compresa tra 1 e 8 anni, ad eccezione di uno scheletro ben conservato di un adulto di circa 35 anni.

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