Una modella generata dall’intelligenza artificiale appare su Vogue e accende il dibattito

Ivan Lombardo

Luglio 28, 2025

Una modella dai lunghi capelli biondi e dalle forme generose sorride nella pubblicità di un noto marchio di moda, Guess, all’interno della rivista Vogue di agosto 2025. Questa immagine, che incarna il modello “Barbie” ancora molto presente nel settore della moda, ha suscitato un certo scalpore poiché la giovane protagonista è in realtà il risultato di un algoritmo di Intelligenza Artificiale, come indicato in una nota a margine («Prodotto da Seraphinne Vallora su AI»). Sebbene non sia la prima volta che si utilizza una modella generata artificialmente, la scelta di presentarla in una rivista di prestigio come Vogue ha scatenato un’ondata di indignazione sui social media, in particolare tra coloro che hanno contribuito a definire gli attuali standard estetici.

La complessità della questione

La questione si fa complessa, poiché da decenni si discute delle gabbie patriarcali che imprigionano il corpo femminile. Tuttavia, il progresso verso il superamento di tali catene è ancora lontano. Ogni tentativo di avanzare sembra accompagnato da un passo indietro, specialmente nel contesto dei social media, dove l’Intelligenza Artificiale apprende e si adatta. La preoccupazione principale riguarda il sacrificio del talento e della creatività di chi lavora nel settore della moda, che potrebbe essere messo in discussione dall’uso di algoritmi. Su piattaforme come TikTok e Instagram, molti utenti hanno risposto a questa campagna pubblicitaria con montaggi di servizi fotografici e sfilate di moda, lanciando il messaggio «Real is better». Per chi lavora nel settore, come registi, truccatori e modelli, la questione è cruciale.

Il canone di bellezza artificiale

Tuttavia, il canone di bellezza proposto dall’Intelligenza Artificiale non sembra discostarsi molto da quello tradizionale, poiché lAI si nutre delle immagini e delle informazioni che le forniamo, perpetuando un ideale femminile che si rifà a modelli storici come la Venere di Milo o Barbie. Questo immaginario, amplificato dai social, mette in difficoltà i giovani, costretti a confrontarsi con standard di bellezza ritoccati e filtrati. L’introduzione di una bellezza artificiale, priva di difetti e unicità, rappresenta un ulteriore passo verso la dismorfofobia.

La campagna di Guess e le reazioni

La società Seraphinne Vallora, responsabile della controversa campagna pubblicitaria di Guess, è stata contattata dal cofondatore del marchio, Paul Marciano, tramite Instagram. I fondatori dell’azienda, Valentina Gonzalez e Andreea Petrescu, hanno rivelato alla BBC che il costo della campagna si aggira su cifre a sei zeri. Una campagna realizzata con modelle in carne e ossa e una troupe dedicata avrebbe comportato spese ben superiori. La modella curvy Felicity Hayward ha commentato la situazione definendola una “scelta pigra ed economica”, che rischia di minare il lavoro svolto per promuovere il messaggio di body positivity. Hayward ha evidenziato come le opportunità per le modelle “diversamente belle” siano diminuite negli ultimi anni, e l’uso di modelli di intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore colpo per le modelle plus-size e per la diversità nel settore.

Preoccupazioni per la salute mentale

Vanessa Longley, amministratrice delegata dell’organizzazione benefica Beat, ha espresso preoccupazione riguardo all’esposizione a immagini di corpi irrealistici, che possono contribuire a disturbi alimentari. La motivazione dietro la scelta di Guess di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per questa campagna rimane ambigua, ma mette in luce l’ipocrisia presente nel settore. Petrescu ha affermato che le immagini create dall’AI sulla pagina Instagram dell’azienda mancano di diversità, promuovendo standard di bellezza irraggiungibili. Nonostante abbiano tentato di includere modelli più vari, le loro immagini hanno ricevuto una risposta tiepida.

Il dibattito sull’Intelligenza Artificiale nella moda

Il dibattito sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mondo della moda è aperto. Mentre Guess sembra adottare un’immagine stereotipata, marchi come Levi’s si sono impegnati a utilizzare la tecnologia per esplorare una varietà di corpi, etnie e tratti estetici, pur senza la presenza di esseri umani. Questa evoluzione rappresenta una sconfitta per coloro che aspirano a un’estetica più naturale e inclusiva. Le campagne memorabili di Oliviero Toscani, che hanno celebrato l’imperfezione e la diversità, sembrano ora lontane. Negli ultimi anni, si sono osservati progressi significativi, come l’ingresso di Valentina Sampaio come primo angelo trans di Victoria’s Secret e la presenza di modelle curvy come Ashley Graham. Tuttavia, la recente tendenza a escludere le modelle curvy dalle passerelle e la crescente diffusione di modelli artificiali pongono interrogativi sul futuro della moda e sull’inclusività nel settore.