Tumori neuroendocrini avanzati: approvato in Ue il cabozantinib come seconda linea terapeutica

Ivan Lombardo

Luglio 28, 2025

La Commissione Europea ha recentemente autorizzato l’uso di cabozantinib per il trattamento di pazienti adulti affetti da tumori neuroendocrini, sia pancreatici (pNet) che extra-pancreatici (epNet), che non possono essere rimossi chirurgicamente o sono in fase metastatica e ben differenziati. Questa approvazione riguarda i pazienti che hanno mostrato progressione della malattia dopo almeno una terapia sistemica precedente, che non fosse basata su analoghi della somatostatina. La notizia è stata diffusa da Ipsen, che sottolinea come i tumori neuroendocrini possano svilupparsi in diverse aree del corpo e richiedano linee di trattamento multiple in caso di avanzamento della malattia. Tuttavia, le opzioni disponibili sono spesso limitate e dipendono dalla localizzazione del tumore e da altri fattori, rendendo difficile stabilire il miglior percorso terapeutico per ciascun paziente. È da notare che il 27% dei pazienti con tumori neuroendocrini polmonari non ha accesso a trattamenti approvati in caso di progressione dopo una terapia precedente.

Impatto della malattia sulla vita dei pazienti

Sandra Silvestri, Executive Vice President e Chief Medical Officer di Ipsen, ha dichiarato che la complessità dei tumori neuroendocrini e la scarsità di innovazioni terapeutiche hanno avuto un impatto significativo sulla vita dei pazienti, sia a livello mentale che fisico. “Questa approvazione rappresenta un’opzione terapeutica unica, semplice ed efficace in un contesto con poche alternative disponibili, e in alcuni casi, nessuna”, ha aggiunto. Ipsen si è dichiarata pronta a collaborare con le autorità sanitarie per garantire che cabozantinib sia accessibile al maggior numero possibile di pazienti, confermando il proprio impegno a fornire terapie innovative nel campo dell’oncologia.

Risultati dell’indagine sui pazienti

Secondo quanto riportato, i tumori neuroendocrini possono influenzare profondamente la vita quotidiana dei pazienti. Un’indagine ha rivelato che il 71% dei soggetti affetti da Net ha riscontrato effetti negativi sulla propria vita, mentre il 92% ha modificato il proprio stile di vita in risposta alla malattia. Marianne Pavel, endocrinologa e specialista in tumori neuroendocrini presso il Dipartimento di Medicina 1 della Friedrich-Alexander University di Erlangen, in Germania, ha evidenziato che l’uso sequenziale delle terapie sistemiche è complesso, poiché i tumori neuroendocrini possono originare in diverse sedi. Le terapie attualmente disponibili non sono accessibili a tutti i pazienti, e i risultati ottenuti con lo studio di fase 3 Cabinet, che ha portato all’approvazione di cabozantinib, offrono nuove opportunità terapeutiche per ritardare la progressione della malattia.

Meccanismo d’azione di cabozantinib

Cabozantinib è descritto come una piccola molecola in grado di inibire diversi recettori della tirosin-chinasi, inclusi Vegfr, Met, Ret e la famiglia dei Tam (Tyro3, Mer, Axl). Questi recettori svolgono un ruolo cruciale in vari processi cellulari, sia normali che patologici, come l’oncogenesi, la metastasi e l’angiogenesi tumorale, oltre a influenzare la resistenza ai farmaci e le attività immunitarie.

Risultati dello studio di fase 3

L’approvazione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio di fase 3 Cabinet, che ha confrontato l’efficacia di cabozantinib con un placebo in pazienti con tumori pNet o epNet avanzati. I risultati, presentati nel 2024 al Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) e pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno dimostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da progressione (PFS) per i pazienti trattati con cabozantinib rispetto al placebo. Nella coorte pNet, il follow-up mediano ha mostrato una PFS di 13,8 mesi con cabozantinib contro 4,4 mesi con placebo. Per quanto riguarda la coorte epNet, il follow-up ha evidenziato una PFS di 8,4 mesi con cabozantinib rispetto a 3,9 mesi con placebo. I dati sulla sopravvivenza globale non erano ancora maturi al momento dell’analisi, e il profilo di sicurezza del farmaco è risultato coerente con le informazioni già note, senza nuovi segnali di allerta. Secondo quanto presentato al Congresso 2025 dell’American Society of Clinical Oncology, la qualità della vita correlata alla salute è rimasta stabile o migliorata rispetto al gruppo placebo.

×