Dopo un esordio teatrale di grande successo nel 1979 con “La Celestina” di Fernando de Rojas, diretto da Luigi Squarzina, Lisa Gastoni, il cui vero nome è Elisabetta Gastone, ha scelto di ritirarsi dalle scene, facendo così svanire il suo nome dalle cronache artistiche e dalle proposte di registi e produttori.
Il ritorno sul set
Nel 2005, dopo anni di assenza, l’attrice è tornata sul set grazie all’insistente invito del regista Ferzan Ozpetek per il film “Cuore sacro”. Da quel momento, la carriera di Lisa Gastoni ha ripreso vigore, con la partecipazione a quattro film e cinque produzioni televisive, tra cui “La provinciale” e l’ultima stagione de “L’onore e il rispetto”, andata in onda nel 2017. Oggi, nel 2025, Lisa Gastoni festeggia il suo novantesimo compleanno, portando con sé il peso della perdita del marito, il noto avvocato penalista Claudio Isgrò, avvenuta quattro anni fa. Recentemente, l’attrice è stata coinvolta in una spiacevole truffa perpetrata dai suoi vicini di casa, un episodio che ha ulteriormente oscurato i ricordi di una carriera che, sebbene breve, è stata di grande impatto, spaziando tra Inghilterra e Italia.
Le origini e l’inizio della carriera
Nata ad Alassio il 28 luglio 1935 in una famiglia di albergatori, Lisa ha sempre avuto un forte legame con il padre, un antifascista riservato con un’anima poetica, e con la madre, una nobildonna irlandese che l’ha portata a Londra al termine della Seconda Guerra Mondiale. La sua carriera nel cinema è iniziata quasi per caso, dopo aver lavorato come fotomodella, debuttando nel 1954 in un ruolo secondario accanto a Dirk Bogarde e Akim Tamiroff nel film bellico “Operazione commandos” di Lewis Milestone. Sebbene abbia recitato in ben 22 film, spesso diretta da registi di grande valore come Val Guest e Ken Annakin, Lisa non ha mai creduto pienamente nel mondo del cinema.
Il successo a Cinecittà
Il suo arrivo a Cinecittà è stato fortuito e dovuto alla sua straordinaria bellezza mediterranea, che l’ha portata a lavorare nei film in costume che spopolavano all’epoca. Dopo “Le avventure di Mary Read” con Umberto Lenzi nel 1961, ha interpretato una serie di ruoli da regina o principessa. Nonostante le opportunità, ha rifiutato di cambiare immagine quando Joseph Losey la scelse per il film “Eva” nel 1962, continuando a lavorare prevalentemente nel cinema di genere. Sergio Corbucci le ha offerto un ruolo di grande rilievo come Lucrezia Borgia in “L’uomo che ride” nel 1966, seguito dalla partecipazione in “Svegliati e uccidi” di Carlo Lizzani, un film che ha segnato una svolta nella sua carriera.
Il grande successo e le etichette
Il suo ruolo in “Grazie zia” di Salvatore Samperi, dove ha sedotto il timido Lou Castel, ha fatto scalpore e ha ottenuto un grande successo, tant’è che nel 1968, sebbene la giuria del festival di Cannes si sia dimessa, il film le avrebbe potuto valere la Palma d’oro come migliore attrice. Questo successo ha portato i produttori a offrirle ruoli simili, spesso legati a donne affascinanti e più mature attratte da ragazzi, un’etichetta che le stava stretta.
Film di qualità e il ritiro
Nonostante ciò, non sono mancati film di qualità nella sua filmografia, tra cui “I sette fratelli Cervi” di Gianni Puccini, “L’amica” di Alberto Lattuada, “Maddalena” di Jerzy Kawalerowicz e “Amore amaro” di Florestano Vancini. Un altro incontro significativo è stato quello con Carlo Lizzani, che le ha offerto il ruolo di Claretta Petacci in “Mussolini, ultimo atto” al fianco di Rod Steiger. Cinque anni dopo, Lisa ha preso la decisione di ritirarsi definitivamente dal mondo del cinema. Ha dichiarato in un’intervista: “Non mi sono mai rivista, non me ne è mai fregato niente. Quando chiudo, chiudo”. Oggi, il suo nome rimane nella memoria di molti, e il suo contributo al cinema italiano continua a essere ricordato con affetto.