Nel 2025, un gruppo di ricercatori della University of Ryukyus di Okinawa, Giappone, ha confermato un fenomeno curioso che coinvolge non solo gli esseri umani ma anche i polpi. Questo studio, pubblicato su Current Biology, ha messo in luce come i polpi possano cadere nella trappola dell’“inganno della mano di gomma”, una tecnica già nota per dimostrare la malleabilità della percezione corporea umana. La ricerca ha rivelato che anche i polpi, con la loro intelligenza e capacità di apprendimento, possono essere ingannati dalla simulazione di un arto.
Il meccanismo dell’inganno
L’esperimento ha coinvolto sei esemplari di Callistoctopus aspilosomatis, un tipo di polpo notturno. Gli scienziati hanno utilizzato una metodologia simile a quella impiegata con gli esseri umani: un braccio del polpo veniva nascosto dietro uno schermo, mentre un braccio di gomma veniva posizionato al suo posto. I ricercatori hanno quindi strofinato entrambi i bracci per circa otto minuti. Questo processo ha portato il cervello dei polpi a identificare il braccio di gomma come parte integrante del loro corpo. Le reazioni degli animali sono state sorprendenti: quando uno stimolo come un pizzicotto veniva applicato al braccio di gomma, i polpi reagivano come se fosse un arto reale, ritraendo gli altri bracci o cambiando colore.
Questa risposta dimostra non solo la capacità di adattamento dei polpi, ma anche la complessità della loro percezione corporea. Il fatto che gli animali siano stati ingannati in questo modo indica una forma di autopercezione, simile a quella degli esseri umani. L’uso del termine “braccio” al posto di “tentacolo” sottolinea la specificità dell’esperimento e la sua somiglianza con le esperienze umane.
Implicazioni della scoperta
La scoperta che anche i polpi possano cadere nell’inganno della mano di gomma ha importanti implicazioni. I polpi notturni si aggiungono così alla lista di animali che manifestano questa vulnerabilità, insieme a topi e scimmie. Secondo i ricercatori, il fatto che i polpi possiedano una forma di autopercezione suggerisce che questa capacità non sia esclusiva dei vertebrati, ma condivisa con altre specie, indicando una storia evolutiva complessa.
Inoltre, le scoperte fatte in questo studio potrebbero avere applicazioni significative per la comprensione della salute umana. Ad esempio, potrebbero fornire spunti per affrontare condizioni come l’asomatognosia, in cui un individuo perde la consapevolezza di avere una o più parti del corpo. La ricerca sui polpi non solo amplia la nostra comprensione della percezione corporea, ma offre anche nuove prospettive su come il cervello interpreti il concetto di identità e appartenenza fisica.