Il pediatra Italo Farnetani ha lanciato un allarme riguardo ai rischi di annegamento tra i bambini, evidenziando che solo un terzo dei piccoli sa nuotare in sicurezza. Questa affermazione, riportata il 26 luglio 2025, sottolinea l’importanza della prevenzione e della responsabilità pubblica nell’affrontare il problema. Farnetani propone che le scuole collaborino con le piscine locali per offrire corsi di nuoto agli studenti, in particolare per quelli provenienti da contesti socio-economici svantaggiati.
La situazione attuale del nuoto tra i bambini
Secondo le ricerche condotte da Farnetani, il 30% dei bambini e degli adolescenti in Italia è in grado di nuotare in modo sicuro, mentre il restante 70% presenta vari livelli di competenza acquatica. Di questi, il 30% sa solo galleggiare e un altro 30% riesce a spostarsi in avanti, ma non ha la padronanza necessaria per affrontare situazioni di emergenza. Il 10% sa mantenersi a galla, ma solo in piscina. Questi dati allarmanti indicano che milioni di giovani sono a rischio di annegamento, un problema che richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni.
Ogni anno, in Italia, circa 330 persone perdono la vita per annegamento, e tra queste, un caso su otto riguarda bambini e adolescenti. Farnetani sottolinea che le vittime provengono spesso da famiglie con fragilità sociale, in particolare quelle con genitori stranieri, che non hanno accesso ai corsi di nuoto, generalmente gestiti da associazioni private a pagamento. Questa situazione crea un divario significativo nella sicurezza acquatica tra i diversi strati della popolazione.
Proposte per migliorare la sicurezza acquatica
Farnetani ha proposto che le scuole attivino convenzioni con piscine pubbliche e private all’inizio dell’anno scolastico, permettendo così agli studenti di partecipare a lezioni di nuoto. Queste attività potrebbero essere organizzate in modo sicuro, anche con la partecipazione di insegnanti di scienze motorie. L’obiettivo non è solo quello di insegnare ai bambini come nuotare, ma anche di promuovere un approccio positivo verso l’educazione fisica e l’integrazione sociale.
Il pediatra ha evidenziato che il nuoto è uno degli sport più amati dai giovani e che la sua introduzione nei programmi scolastici potrebbe migliorare l’atteggiamento degli studenti nei confronti della scuola. La proposta di Farnetani si inserisce nel contesto della Giornata internazionale della prevenzione dell’annegamento, celebrata il giorno precedente, dove l’importanza di saper nuotare è stata ribadita come fondamentale per garantire la sicurezza in acqua.
Il ruolo della scuola nella prevenzione
La scuola rappresenta un contesto ideale per affrontare il problema dell’annegamento, poiché può garantire l’accesso a corsi di nuoto a tutti i bambini, indipendentemente dal loro background socio-economico. Farnetani insiste sul fatto che l’amministrazione pubblica deve assumersi la responsabilità di garantire che tutti i giovani abbiano l’opportunità di imparare a nuotare in modo efficace.
La proposta di attivare corsi di nuoto nelle scuole potrebbe non solo ridurre il numero di incidenti legati all’annegamento, ma anche contribuire a creare una cultura della sicurezza in acqua. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a implementare queste misure di prevenzione, affinché ogni bambino possa affrontare con sicurezza eventuali emergenze acquatiche.