Il 26 luglio 2025, il comune di Roma ha avviato una controversa iniziativa per richiedere la rimozione di manifesti affissi in città che riguardano il Decreto sicurezza. La decisione ha suscitato una reazione immediata da parte della Lega, che ha annunciato la sua intenzione di contestare l’azione in tutte le sedi legali. Davide Bordoni, segretario regionale della Lega nel Lazio, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos che si tratta di una forma di censura, evidenziando che i consiglieri comunali del partito presenteranno un’interrogazione e hanno già incaricato i legali di valutare un possibile risarcimento per danni.
Motivazioni della richiesta di rimozione
La richiesta del comune è stata motivata da segnalazioni pervenute da cittadini, che hanno denunciato la presenza di manifesti con messaggi ritenuti offensivi. Tra questi, uno recita: “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse”, accompagnato da un’immagine che rappresenta un presunto scippatore di etnia rom scortato da un agente di polizia in un vagone della metropolitana. Un altro manifesto afferma: “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”, mostrando figure di diverse etnie in situazioni stereotipate.
Normativa e divieti
Il comune di Roma ha fatto riferimento all’articolo 12-bis del Regolamento sulla pubblicità, che vieta la diffusione di contenuti pubblicitari che promuovano stereotipi o disparità di genere, messaggi violenti o la mercificazione del corpo femminile. Inoltre, è vietata la pubblicità che possa ledere i diritti civili, le libertà individuali, il credo religioso, l’appartenenza etnica, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. La richiesta di rimozione è stata accompagnata da un ultimatum di 24 ore per la copertura o la rimozione dei manifesti incriminati, con l’avviso che la Polizia locale sarebbe stata incaricata di monitorare l’adempimento e di sanzionare eventuali inadempienze.
Dibattito sulla libertà di espressione
L’iniziativa del comune di Roma ha acceso un dibattito acceso sulla libertà di espressione e sui limiti della pubblicità, con la Lega che si prepara a difendere la propria posizione. Le reazioni da parte dei cittadini e degli attivisti sui diritti civili sono attese nei prossimi giorni, mentre il caso continua a suscitare interesse e discussione nell’opinione pubblica.