Il 25 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che ha suscitato un ampio dibattito in Italia, in particolare tra le associazioni che si occupano di diritti dei malati e delle persone disabili. La decisione ha escluso la possibilità di riconoscere il diritto all’eutanasia attiva, respingendo il ricorso presentato dall’Associazione Coscioni. Questa richiesta mirava a garantire a una paziente, impossibilitata a suicidarsi autonomamente, il diritto di essere assistita nella morte da terze persone. Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, ha commentato la sentenza, evidenziando la preoccupazione per i diritti dei più vulnerabili.
La questione centrale ruota attorno alla vicenda di ‘Libera’, una donna di 55 anni residente in Toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva e completamente paralizzata. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso, sottolineando che una decisione diversa avrebbe potuto compromettere ulteriormente il già fragile sistema di protezione legale per i soggetti più deboli. Brandi ha espresso il suo sollievo per il risultato, evidenziando come una legalizzazione dell’eutanasia attiva avrebbe rappresentato un grave rischio per la vita dei malati.
Il dibattito sull’eutanasia in Italia
L’argomento dell’eutanasia attiva continua a dividere l’opinione pubblica italiana. La sentenza della Corte Costituzionale ha messo in luce le tensioni tra le diverse posizioni politiche e sociali sul tema del fine vita. Brandi ha sottolineato come il passaggio della sentenza riguardante un presunto ‘diritto’ del malato di ricevere assistenza per la morte metta in discussione il progetto di legge proposto dalla maggioranza di centrodestra. Secondo il presidente di Pro Vita & Famiglia, le forze politiche come Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega dovrebbero mantenere una posizione chiara e coerente, abbandonando ogni remissività nei confronti delle pressioni provenienti da gruppi radicali.
Brandi ha esortato i partiti a promuovere una visione alternativa, che riconosca la dignità della vita anche in condizioni di sofferenza. Ha fatto appello a un maggiore investimento in cure palliative e assistenza domiciliare, affinché i malati possano ricevere il supporto necessario per affrontare le loro difficoltà senza dover considerare l’eutanasia come una soluzione.
Appello all’unità per la difesa della vita
In un contesto di crescente polarizzazione, Pro Vita & Famiglia ha lanciato un appello a tutte le associazioni impegnate nella cura e nella difesa dei diritti delle persone fragili. L’organizzazione ha invitato i gruppi di ispirazione cristiana e cattolica a unirsi in un movimento di opinione e azione, volto a raccontare la vera storia delle sofferenze e delle speranze di milioni di italiani. Brandi ha messo in evidenza la necessità di unire le forze per contrastare un dibattito politico che sembra concentrarsi più su come facilitare la morte piuttosto che su come garantire una vita dignitosa ai malati.
La posizione di Pro Vita & Famiglia si fonda sulla convinzione che ogni vita, indipendentemente dalle circostanze, debba essere protetta e valorizzata. L’organizzazione si impegna a promuovere una cultura che favorisca la vita, invitando tutti a riflettere sulle reali esigenze dei malati e delle loro famiglie, che chiedono sostegno e assistenza, piuttosto che soluzioni estreme come l’eutanasia.