Il Giffoni Film Festival ha ospitato oggi, 24 luglio 2025, una proiezione speciale del docufilm intitolato “Un cuore grande”, che racconta le storie di persone che convivono con la cardiomiopatia. Questo evento si inserisce nell’ambito della manifestazione cinematografica, nota per la sua attenzione a tematiche sociali e umane. La pellicola è stata presentata in anteprima al Palazzo Cinema di Giffoni, in un contesto che ha visto la partecipazione di esperti e pazienti, offrendo un’opportunità di riflessione e confronto.
Il docufilm e le sue storie
“Un cuore grande” rappresenta il primo docufilm dedicato alle malattie cardiache che colpiscono il muscolo cardiaco, in particolare la cardiomiopatia ipertrofica, la forma più comune di questa patologia. Il film, scritto da Donatella Romani e diretto da Roberto Amato, è prodotto da Telomero Produzioni. Attraverso quattro storie di vita reale, il docufilm mette in luce la determinazione e la resilienza di chi affronta quotidianamente questa malattia. Le testimonianze di pazienti che hanno superato gravi complicazioni, come aritmie e trapianti di cuore, offrono un messaggio di speranza e fiducia nel futuro.
L’evento di oggi ha visto anche una masterclass in collaborazione con il Giffoni Innovation Hub, dove sono intervenuti esperti del settore. Tra i partecipanti figurano Franco Cecchi, presidente dell’Aicarm Aps (Associazione Italiana Cardiomiopatie), e alcuni dei protagonisti del docufilm, che hanno condiviso le loro esperienze e il percorso di vita intrapreso nonostante le difficoltà legate alla malattia.
Il contesto delle cardiomiopatie
Le cardiomiopatie sono condizioni spesso ereditarie che possono manifestarsi in qualsiasi fascia d’età , ma sono più comunemente diagnosticate in adulti tra i 30 e i 50 anni. Secondo Iacopo Olivotto, responsabile del Centro Cardiomiopatie presso l’Aou Careggi e Meyer di Firenze, queste malattie sono responsabili di un numero significativo di morti improvvise giovanili e di ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco, una delle principali cause di ospedalizzazione in Italia.
La cardiomiopatia ipertrofica, in particolare, si caratterizza per l’ispessimento delle pareti del cuore, spesso causato da mutazioni genetiche. Nonostante le limitazioni che la malattia può comportare, molti pazienti riescono a convivere con essa grazie ai progressi della medicina e delle terapie innovative. Franco Cecchi ha sottolineato come il docufilm contribuisca a far conoscere meglio queste patologie, evidenziando come la ricerca stia migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Le storie dei protagonisti
Il docufilm presenta storie toccanti, come quella di Giorgia, un’attrice che ha affrontato un arresto cardiaco a soli 20 anni, e Cristina, che, dopo la diagnosi, ha dovuto abbandonare lo sport agonistico ma ha trovato una nuova passione nei rally. Antonio ha scoperto che i suoi figli non hanno ereditato la mutazione genetica, mentre Benedetta, dopo aver vissuto il dolore della perdita del padre, ha deciso di dedicarsi alla medicina per aiutare altre famiglie.
Le narrazioni sono arricchite dalla voce dell’attrice Pamela Villoresi, che guida il pubblico attraverso i momenti critici delle vite dei protagonisti, mettendo in risalto la loro forza e determinazione. Le emozioni vissute durante le riprese sono state intense, come sottolineato da Romani e Amato, che hanno descritto l’ironia, l’entusiasmo e la determinazione dei protagonisti come ricordi indelebili.
Il docufilm “Un cuore grande” non solo illumina le sfide quotidiane di chi vive con una cardiomiopatia, ma celebra anche la resilienza e la capacità di sognare, offrendo un messaggio di speranza e motivazione per tutti.