Il turismo lento si propone come un’opportunità di rinascita per i territori colpiti dai terremoti del 2016 e 2017. Oggi, 24 gennaio 2025, i luoghi devastati da queste calamità naturali avviano un nuovo percorso di sviluppo attraverso nove itinerari a piedi che si snodano tra natura e borghi storici. Questi percorsi sono stati presentati nel libro “I cammini della rinascita. Tesori nascosti nell’Appennino centrale”, scritto da Chiara Giacobelli e pubblicato da Giunti Editore. L’evento si è svolto a Palazzo Chigi, alla presenza della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, e del Commissario straordinario per il sisma del 2016, Guido Castelli.
Il fenomeno del camminare in Italia
Secondo il rapporto “Italia, Paese di cammini” redatto da Terre di Mezzo, nel 2024 si è registrato un incremento significativo nel numero di camminatori in Italia, superando le 191mila unità , con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Queste persone rappresentano una risorsa fondamentale per la ripartenza di aree storiche del nostro Paese, che custodiscono sentieri di grande valore sia spirituale che culturale. Tra i percorsi proposti ci sono il Cammino Francescano della Marca, la Via Lauretana, il Cammino dei Cappuccini, il Cammino delle Terre Mutate, il Cammino di San Giuseppe da Leonessa, il Cammino di San Benedetto, la Via di Francesco, il percorso naturale dei Parchi e il Cammino dei Monti e dei Santi.
Le esperienze lungo i cammini della rinascita
I nove itinerari, che includono attrazioni come il ponte tibetano di Sellano, la ciclopedonale del Nera, il Museo delle mummie di Ferentillo e le Gole del Velino, offrono esperienze uniche che vanno oltre la semplice passeggiata. Guido Castelli ha sottolineato che, nei 70 punti tappa lungo i sentieri del cratere, la disponibilità di posti letto è attualmente limitata, ma si prevede la creazione di una rete di accoglienza che possa supportare i visitatori. Questi progetti mirano a stimolare il turismo in aree che hanno sofferto di undertourism, come ha evidenziato la ministra Santanchè, dove il vero valore del turismo risiede nel legame che si stabilisce tra le persone e il territorio. L’obiettivo è promuovere un senso di identità e appartenenza all’area appenninica, contribuendo così alla sua valorizzazione e sviluppo sostenibile.