La giornalista Laura Santi, di 50 anni, è deceduta il 2 maggio 2025 nella sua abitazione a Perugia, a causa dell’autosomministrazione di un farmaco letale. La notizia è stata comunicata dall’Associazione Luca Coscioni attraverso il proprio sito web. Accanto a lei si trovava il marito Stefano, che l’ha supportata durante gli ultimi anni di lotta legata alla sua condizione di salute. L’associazione ha sottolineato come la progressione della sua malattia, una forma avanzata di sclerosi multipla, avesse reso le sue sofferenze insopportabili.
Laura Santi ha affrontato un lungo e complesso iter burocratico per ottenere l’accesso al suicidio assistito, ricevendo il via libera dalla sua ASL di riferimento solo nel mese scorso, dopo due anni e mezzo dalla richiesta iniziale. Il farmaco necessario e la strumentazione sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita durante la procedura ha operato su base volontaria, come riportato dall’associazione.
Il percorso di Laura è stato caratterizzato da difficoltà legali, inclusi due denunce e un ricorso d’urgenza. Dopo tre anni dalla sua prima richiesta, ha finalmente ottenuto, nel novembre 2024, una relazione medica completa che attestava il rispetto dei requisiti stabiliti dalla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale. A giugno 2025, ha ricevuto la conferma da parte del collegio medico di esperti e del comitato etico riguardo al protocollo farmacologico e alle modalità di assunzione.
La lettera d’addio: “Ricordatemi come una donna che ha amato la vita”
Laura Santi ha lasciato una lettera di saluto, pubblicata dall’Associazione Luca Coscioni, in cui esprime i suoi pensieri finali. Nel testo, la giornalista comunica la sua decisione di porre fine alle sue sofferenze, sottolineando la complessità e la gravità della sua situazione. Riconosce che il suo gesto potrebbe causare dispiacere e dolore a chi la conosce, ma chiede comprensione per la scelta che ha compiuto.
Nella lettera, Laura descrive il tormento che ha vissuto, evidenziando la differenza tra l’immagine pubblica di una persona sorridente e la realtà di una vita segnata da un dolore costante. Nonostante le difficoltà , ha cercato di godere degli ultimi momenti di vita, esprimendo gratitudine per le esperienze e le persone che l’hanno accompagnata nel suo percorso.
Rivolgendosi a familiari, amici e conoscenti, Laura menziona i legami che hanno arricchito la sua vita e ringrazia coloro che le sono stati vicini. Sottolinea l’importanza di continuare a lottare per i diritti e le libertà individuali, in particolare riguardo al fine vita, esprimendo preoccupazione per le ingerenze politiche e religiose in questo ambito.
Infine, Laura chiede di essere ricordata come una donna che ha amato la vita, esprimendo un messaggio di speranza e di lotta per il riconoscimento dei diritti dei malati e delle loro necessità .