Servillo: l’emozione di salire sul palco continua a colpirmi profondamente

Diletta Rossi

Luglio 22, 2025

L’attore Toni Servillo ha recentemente affascinato il pubblico del Festival di Giffoni, tenutosi in Campania dal 19 al 27 luglio 2025, con un racconto che ha messo in luce le sfide e le fatiche della sua carriera. Servillo ha condiviso esperienze personali che vanno oltre il palcoscenico, rivelando la disciplina e la solitudine che accompagnano il mestiere dell’attore. La sua performance ha toccato i cuori dei giovani presenti, che hanno applaudito quando ha confessato di provare ancora emozioni forti prima di ogni spettacolo, un sentimento che riporta alla mente le parole del grande Eduardo De Filippo.

Le sfide del mestiere di attore

Servillo ha approfondito il tema della paura che può accompagnare un attore prima di salire sul palco. Ha raccontato un aneddoto su Louis Jouvet, noto regista teatrale, il quale un giorno chiese a un giovane attore se avesse paura prima di entrare in scena. La risposta affermativa del ragazzo ha portato Jouvet a sottolineare che, con il talento, la paura sarebbe arrivata. Secondo Servillo, quando un attore perde la capacità di provare emozioni genuine, si entra in una fase di routine che viene percepita immediatamente dal pubblico. La sua riflessione invita a considerare l’importanza di mantenere viva la passione per l’arte, evitando di scivolare nella banalità.

Il festival ha rappresentato per Servillo un’importante occasione di incontro e di scambio con i giovani. Ha sottolineato l’importanza di Giffoni, definendolo uno dei festival cinematografici più significativi a livello globale. La sua presenza, insieme a quella di Paolo Sorrentino, prevista per mercoledì, ha suscitato grande attesa tra i partecipanti.

Il legame con Paolo Sorrentino

Durante l’incontro, Servillo ha parlato del suo lungo sodalizio con Paolo Sorrentino, con il quale ha appena completato le riprese del settimo film, “La Grazia”, che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il 27 agosto 2025. L’attore ha descritto il loro rapporto come una connessione profonda, sia a livello umano che professionale. Sorrentino, ha detto, è stato il primo regista a offrirgli un ruolo da protagonista, e il loro lavoro insieme è caratterizzato da un reciproco sostegno e da un’eterna curiosità artistica.

Servillo ha anche menzionato come il loro primo film insieme, “L’Uomo in più”, si concentrasse su personaggi che affrontano il successo e la successiva caduta. Sorrentino, attraverso le sue opere, invita a riflettere sulla fragilità umana e sull’importanza di dare valore alla vita, un messaggio che Servillo ha voluto condividere con i giovani del festival.

Il valore del teatro e della recitazione

L’attore ha espresso la sua convinzione che il teatro rappresenti una parte fondamentale della sua umanità. Ha denunciato la crescente tendenza a relegare l’esperienza del teatro a un secondo piano, favorendo invece la visione solitaria di contenuti mediatici. Secondo Servillo, questa situazione allontana le persone dalla dimensione umana e dalla comprensione delle tragedie reali, rendendo difficile percepire la realtà in modo autentico.

Servillo ha risposto a numerose domande riguardo ai vari personaggi che ha interpretato, sottolineando come ognuno di essi rappresenti una sfida unica. Ha parlato della difficoltà di interpretare figure storiche, evidenziando l’importanza di trovare un approccio originale che non si limiti alla mera imitazione. La sua interpretazione di Jep Gambardella, ad esempio, ha riscosso un notevole successo, dimostrando come un personaggio di fantasia possa diventare reale per il pubblico.

L’attore ha concluso il suo intervento parlando della sua fortuna nel poter scegliere i progetti a cui dedicarsi, privilegiando sempre il legame umano e l’intesa intellettuale con registi e autori. Ha ribadito che il percorso di un attore richiede sacrificio e impegno costante, paragonando il lavoro quotidiano sul personaggio a quello di un atleta che si allena per raggiungere risultati straordinari.