Lucia Vitale, zia di Gaetano Mirabella Costa, ha rilasciato dichiarazioni all’agenzia Adnkronos riguardo alla situazione del nipote, attualmente detenuto nel controverso centro per migranti irregolari noto come Alligator Alcatraz, situato nelle paludi della Florida. Secondo le parole di Lucia, il 10 luglio 2025, Costa sarebbe dovuto tornare in Italia, ma la sua vita ha preso una piega drammatica.
La detenzione di Gaetano Mirabella Costa
Il 45enne, originario di Fiumefreddo di Sicilia e residente negli Stati Uniti da oltre un decennio, è stato arrestato il 12 luglio 2025. Lucia Vitale ha raccontato che il nipote è stato fermato da diverse pattuglie di polizia mentre usciva da un supermercato, dove gli agenti hanno trovato due spinelli, portando all’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti. La zia ha anche sottolineato che Costa era stato precedentemente coinvolto in un episodio di aggressione, ma ha ribadito che il nipote si era semplicemente difeso.
Il 9 luglio 2025, durante un’udienza, si attendeva la scarcerazione di Costa dopo sei mesi di detenzione. Tuttavia, il procuratore generale ha opposto la sua liberazione, affermando che doveva essere trattenuto per motivi legati all’immigrazione. La zia ha chiarito che il nipote aveva un permesso di soggiorno valido fino a dicembre e che il giorno dopo la sua scarcerazione avrebbe dovuto recarsi al Consolato di Miami per rinnovare il passaporto prima di partire per l’Italia.
Condizioni di detenzione nel centro Alligator Alcatraz
Alligator Alcatraz, una struttura creata in un ex aeroporto nelle Everglades, è stata descritta da Lucia come un luogo di indicibili sofferenze. Mirabella Costa è stato condotto in questo centro in condizioni degradanti, legato con catene come un criminale pericoloso. Lucia ha denunciato che, in nove giorni, il nipote ha potuto fare la doccia solo tre volte e deve chiedere permesso per andare in bagno, dove la mancanza di privacy è evidente.
La zia ha riferito che il nipote sta affrontando problemi di salute, con febbre e senza accesso a cure mediche adeguate. Attualmente, circa trenta persone sono costrette a vivere in tende, con letti di fortuna. Le sue parole risuonano come un appello disperato: “Qui è un inferno, siamo trattati come animali. Aiutami a uscire”.
Un appello per la libertÃ
Lucia Vitale ha deciso di rendere pubblica la situazione del nipote nella speranza di ottenere aiuto e di farlo uscire da Alligator Alcatraz il prima possibile. La sua testimonianza mette in luce le gravi problematiche legate alla detenzione di migranti irregolari negli Stati Uniti e le condizioni disumane a cui sono sottoposti. La questione ha sollevato preoccupazioni tra i gruppi per i diritti umani, che chiedono un intervento immediato per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone detenute.
La vicenda di Gaetano Mirabella Costa continua a suscitare attenzione e preoccupazione, evidenziando le complessità legate all’immigrazione e alla giustizia negli Stati Uniti.