Alberto Barbera, direttore artistico del Festival di Venezia, ha presentato la 82/a edizione dell’evento, in programma dal 30 agosto al 9 settembre 2025. Durante la conferenza stampa, ha delineato il tema centrale del festival, che si concentra sulle “mostruosità” in un senso sia metaforico che reale. Barbera ha citato opere come il “Frankenstein” di Guillermo del Toro e ha fatto riferimento a figure storiche come Mussolini, Gheddafi e Putin, evidenziando le atrocità delle guerre attuali in luoghi come l’Ucraina e Gaza. Ha inoltre menzionato il film “Elisa” di Leonardo Di Costanzo, che esplora la trasformazione di persone comuni in assassini, e la pellicola “A House of Dynamite” di Kathryn Bigelow, che affronta il tema del fanatismo religioso e della minaccia nucleare.
Lo stato del cinema italiano
Barbera ha espresso preoccupazione riguardo allo stato del cinema italiano, sottolineando che, sebbene siano stati selezionati molti registi affermati, avrebbe gradito vedere opere prime più innovative e sorprendenti. Ha notato la mancanza di nuove voci nel panorama cinematografico, evidenziando che molte opere della scorsa stagione non hanno trovato spazio né nelle sala né sulle piattaforme di streaming. Questo fenomeno, secondo Barbera, merita una riflessione approfondita, poiché il numero crescente di produzioni non è accompagnato da una corrispondente capacità di distribuzione, specialmente in un contesto di mercato tradizionale in difficoltà.
La presenza femminile nel cinema
Riguardo all’assenza di registe donne tra i film in concorso, Barbera ha evidenziato che la percentuale di donne registe a livello europeo e mondiale è ancora inferiore al 30%. Tuttavia, ha fatto notare che la selezione del festival presenta un 32% di opere dirette da donne, mantenendo così una certa coerenza con le attuali dynamiche del settore. La questione della rappresentanza femminile nel cinema continua a essere un tema rilevante, e Barbera ha sottolineato la necessità di un cambiamento.
Crisis creativa e durata dei film
Barbera ha anche discusso il fenomeno dei film basati su fatti di cronaca o adattamenti letterari, interpretandolo come un segnale di crisi creativa nel panorama cinematografico. Ha rimarcato che il grande cinema del passato, come quello italiano degli anni Sessanta, era caratterizzato da sceneggiatori di grande talento, una professionalità che sembra mancare oggi. Infine, ha avvertito riguardo alla crescente durata media dei film in concorso, che supera le due ore, suggerendo che questo potrebbe essere il risultato dell’influenza delle serie televisive e della volontà di attrarre il pubblico al cinema.
Riflessioni sul festival
La 82/a edizione del Festival di Venezia si preannuncia quindi come un’importante occasione di riflessione sulle sfide e le opportunità del cinema contemporaneo, con un focus sulle tematiche di rilevanza sociale e culturale.