Il 2025 si è rivelato un anno intenso per il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il quale ha affrontato una serie di controversie e polemiche che hanno catturato l’attenzione dei media. Recentemente, Giuli ha descritto Cinecittà come un “cratere ribollente di nulla” e ha accusato la sinistra di aver portato via l’Unione Sovietica, scatenando le ire di molti nel mondo del cinema e della cultura. Le sue affermazioni, cariche di un linguaggio provocatorio, hanno suscitato reazioni forti, a partire dalle critiche di noti esponenti del settore, come il drammaturgo Stefano Massini e l’attore Elio Germano, che non hanno esitato a rispondere alle sue provocazioni.
Polemiche con il mondo del cinema
Il Ministro Giuli ha etichettato le proteste del mondo cinematografico come “danni provocati dal tribalismo domestico gauchista”, dimostrando un atteggiamento di chiara avversione nei confronti di chi critica il suo operato. La sua affermazione secondo cui alla sinistra sono rimasti solo “comici” ha colpito in particolare Geppi Cucciari, che ha risposto con ironia, suggerendo che gli interventi di Giuli possano essere ascoltati anche al contrario, migliorando nel processo. La tensione tra Giuli e la sua sottosegretaria, Lucia Borgonzoni, ha aggiunto ulteriore pepe alla situazione, con entrambi che hanno dovuto affrontare le pressioni dei media e delle opinioni pubbliche.
Controversie con i media
Il 14 luglio 2025, Giuli ha avuto un acceso scontro con il Corriere della Sera, accusando il quotidiano di aver censurato un’intervista che lo riguardava. La polemica si è intensificata quando il Ministro ha reso pubblici i messaggi privati scambiati con il giornalista, chiedendo le dimissioni di Galli della Loggia, critico della politica culturale del governo. La sua assenza alla cerimonia del Premio Strega, avvenuta in un contesto di polemiche, ha suscitato ulteriori discussioni. Giuli ha giustificato la sua mancanza affermando di non aver ricevuto i libri relativi al premio, evidenziando così un presunto ostracismo da parte del mondo letterario.
Cambio di atteggiamento
Quando Alessandro Giuli è diventato Ministro della Cultura il 6 settembre 2024, il suo approccio era decisamente diverso. Inizialmente, appariva cauto e aperto al dialogo, citando Gramsci e cercando di costruire relazioni positive con il mondo culturale. Tuttavia, nel corso delle settimane, il suo atteggiamento è cambiato radicalmente, passando da un approccio diplomatico a uno più aggressivo e provocatorio. Le sue recenti affermazioni e il modo in cui ha gestito le polemiche suggeriscono che potrebbe essere stato influenzato dalle pressioni interne ed esterne al suo ministero.
Le sfide delle politiche culturali
Nonostante le sue dichiarazioni ambiziose riguardo al “piano Olivetti” per affrontare la “siccità culturale delle periferie”, Giuli ha faticato a concretizzare tali progetti. I decreti attuativi, inizialmente previsti per il 27 maggio, hanno subito ritardi significativi. La situazione attuale del ministero sembra riflettere una continuità con le politiche precedenti, ma con una chiara inclinazione a criticare i predecessori per le loro scelte. Tuttavia, i risultati tangibili delle nuove iniziative rimangono incerti, lasciando aperta la questione su quale direzione prenderà il Ministero della Cultura sotto la guida di Giuli.