Boris Giuliano: la figlia Selima ricorda il padre a 46 anni dall’omicidio

Diletta Rossi

Luglio 21, 2025

Il 21 luglio 2025, Selima Giuliano, figlia del noto superpoliziotto Boris Giuliano, ha condiviso un toccante messaggio su Facebook in ricordo del padre, assassinato da Cosa nostra nel 1979. La sua riflessione, pubblicata a 46 anni dall’evento tragico, è un richiamo profondo alla memoria e alle conseguenze della violenza mafiosa.

Il ricordo di un padre

Nel post, Selima esprime il suo dolore e la sua nostalgia per un padre che non ha mai conosciuto. “Cosa saremmo noi se 46 anni fa una voce alla radio non avesse dato la notizia di una sparatoria in via di Blasi?”, si chiede. La domanda, carica di emozione, invita a riflettere su come le vite dei suoi familiari sarebbero potute essere diverse se quell’orribile evento non fosse mai accaduto. La figlia di Boris, attualmente Sovrintendente dei Beni culturali a Palermo, ha voluto condividere una foto del padre, simbolo di un amore e di una perdita incolmabile.

Selima non parla solo per sé, ma per tutta la sua famiglia, compreso il fratello Alessandro, direttore della Direzione centrale anticrimine, e la sorella Emanuela, dirigente alla Regione siciliana. Il suo messaggio è un appello a non dimenticare le vittime della mafia e a riconoscere il dolore che queste perdite comportano. “Saremmo stati migliori forse… o forse saremmo stati solo più ‘pieni’ e i nostri occhi avrebbero avuto quella luce particolare”, scrive, evocando un’immagine di una vita che non è mai stata vissuta.

Le conseguenze dell’omicidio

L’omicidio di Boris Giuliano ha avuto ripercussioni significative, non solo per la sua famiglia, ma anche per l’intera società. Le indagini iniziali, avviate subito dopo l’attentato, non portarono a risultati immediati. Solo con il maxiprocesso alla mafia e le testimonianze dei collaboratori di giustizia si è potuta fare luce su quanto accaduto. Tra i condannati all’ergastolo per il suo omicidio ci sono alcuni dei boss mafiosi più noti dell’epoca, come Salvatore Riina e Bernardo Provenzano.

L’esecutore materiale dell’omicidio, Leoluca Bagarella, fu identificato e condannato nel 1995. La lunga attesa per la giustizia ha lasciato un segno indelebile su Selima e sulla sua famiglia, che continuano a portare il peso di una perdita così devastante. La sua testimonianza è un richiamo alla lotta contro la mafia e alla necessità di ricordare le vittime, affinché il loro sacrificio non venga mai dimenticato.

La riflessione di Selima Giuliano non è solo un tributo al padre, ma anche un richiamo collettivo a non abbassare la guardia contro la mafia e a continuare a sperare in un futuro migliore, in cui la giustizia possa prevalere.