CĂ©line Sciamma, regista e sceneggiatrice francese, ha tenuto un discorso toccante durante la cerimonia di consegna del Premio Sergio Amidei all’Opera d’Autore, avvenuta il 5 febbraio 2025. Durante il suo intervento, Sciamma ha sottolineato l’importanza delle macchine da presa come strumenti di testimonianza in contesti di oppressione e conflitto. Secondo la regista, le telecamere piĂą significative si trovano attualmente in luoghi come la Palestina, dove viene documentato il genocidio del popolo palestinese, e in Ucraina, dove si registrano le atrocitĂ della guerra. Ha citato anche Calais, dove la polizia francese affonda i gommoni dei rifugiati, e Los Angeles, teatro dei raid dell’ICE.
Il cinema europeo contemporaneo
Sciamma, considerata una delle voci piĂą innovative del cinema europeo contemporaneo, è nota per il suo approccio poetico e politico su temi quali l’identitĂ di genere, l’infanzia e l’adolescenza. Ha evidenziato come il cinema di fiction, pur avendo il potenziale per creare illusioni significative, spesso risulti limitato dalla sua stessa natura. La regista ha affermato che il cinema è un’arte che si è sviluppata in simbiosi con il capitalismo, l’industrializzazione e i conflitti mondiali e coloniali.
La resistenza del cinema
Per Sciamma, un linguaggio cinematografico nato all’interno di un’industria ha difficoltĂ a immaginare un futuro alternativo. Ha sottolineato che è complesso tracciare una via di rivolta in un sistema così strutturato, specialmente se si cerca di mantenere una narrazione dolce. Tuttavia, ha anche affermato che il cinema si presenta come una forma di resistenza, sempre intento a combattere per la sua esistenza economica. Questo sforzo, secondo la regista, può distrarre dall’esplorazione di nuove idee e narrazioni, ma se il cinema dovesse scomparire, rimarrebbe un archivio di ciò che ha rappresentato.
Riflessioni sulle autrici di fantascienza
Infine, Sciamma ha dedicato un pensiero alle autrici di fantascienza femministe come Mary Shelley, Octavia Butler, Ursula Le Guin, Françoise d’Eaubonne e Anna Rinonapoli, sottolineando come queste figure, pur influenti, non siano mai state pienamente integrate nel mondo del cinema. La sua riflessione invita a considerare il potenziale inespresso di storie e voci che meritano di essere raccontate.