Una voce che risuona tra luci e ombre si fa sentire nel panorama letterario contemporaneo grazie a Ivan Butel, autore del romanzo De silence et d’or. Ivan è il figlio di Michel Butel, una figura di spicco e caro amico fino alla sua scomparsa nel 2018. La sua eredità , però, non è solo affettiva; Michel è stato anche un’ispirazione per il protagonista del primo romanzo di Ivan, Il diavolo in testa, un’opera che continua a suscitare inquietudine nel suo autore ogni volta che viene ripresa in mano.
Il nuovo romanzo di Ivan Butel
Nel 2025, Ivan Butel ha pubblicato il suo ultimo lavoro con l’editore Globe, un romanzo che esplora la complessitĂ della vita di Cha, un ex membro di Grapo, un’organizzazione maoista spagnola. A differenza di altri gruppi simili, Grapo ha intrapreso azioni terroristiche, portando il protagonista a una vita di sfide e conflitti. Dopo un tragico sciopero della fame in carcere che lo ha reso tetraplegico, Cha ha trovato una nuova dimensione di esistenza come campione di nuoto, conquistando medaglie ai Giochi Paralimpici di Sydney. Questa rinascita rappresenta un tema centrale nel romanzo, dove il passato e il presente si intrecciano in un racconto di resilienza e trasformazione.
Riflessioni sull’antisemitismo in Europa
In un contesto di crescente tensione sociale, Bernard-Henri Lévy ha recentemente espresso le sue preoccupazioni riguardo all’**antisemitismo** in Europa, sottolineando la necessità di resistere a figure politiche come Marine Le Pen e Matteo Salvini. Durante un incontro a Milano, Lévy ha evidenziato come l’**antisemitismo** stia crescendo in modo preoccupante, richiamando l’attenzione sulla responsabilità collettiva di combattere contro ogni forma di discriminazione. Le sue parole risuonano come un monito, invitando a una riflessione profonda sulle sfide etiche e morali che la società contemporanea deve affrontare.
Il passato che ritorna a Vigo
A Vigo, città spagnola affacciata sull’Atlantico, Ivan Butel si confronta con il passato attraverso la figura di Cha, il protagonista del suo romanzo. Questo luogo diventa un simbolo della dualità della vita di Cha, che cerca di affrontare i fantasmi di un passato difficile. La narrazione di Ivan si fa portavoce di una serie di rimpianti e di un distacco critico verso le ideologie della “lotta armata” che caratterizzarono la sua gioventù. Nonostante non ci siano richieste di perdono, il racconto mette in luce un uomo che, sebbene gentile, mantiene una certa riservatezza e una radicalità celata. La ricerca di Cha è un viaggio che attraversa le memorie di un’epoca complessa, in cui il desiderio di assoluto si mescola con la realtà di scelte difficili.
La figura di Marie-Laure de Decker
Marie-Laure de Decker, conosciuta nel 1974 per il suo lavoro come fotografa nel quotidiano L’Imprévu, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia. La sua scomparsa, avvenuta due anni fa a Tolosa, ha segnato la fine di un’era. Pablo Saavedra de Decker, suo figlio, ha contribuito a mantenere vivo il suo ricordo attraverso un’esposizione alla Maison européenne de la photographie. Marie-Laure, coraggiosa e senza compromessi, ha documentato eventi storici significativi, dalla guerra in Vietnam alle lotte sociali in America Latina, mostrando una rara capacità di catturare l’essenza della sofferenza umana. La sua arte rimane un potente strumento di testimonianza, capace di trasmettere verità profonde senza parole.
Un’ereditĂ duratura
La forza visiva di Marie-Laure de Decker si riflette nei suoi ritratti, che catturano l’anima dei soggetti con un’intensità unica. La sua capacità di rivelare la verità nascosta in momenti di grande tensione storica è stata riconosciuta e apprezzata. La sua eredità è testimoniata dai suoi figli, Pablo e Balthazar, che si impegnano a mantenere vivo il suo nome e il suo lavoro. La storia di Marie-Laure non è solo quella di una fotografa, ma di una donna che ha saputo affrontare il mondo con uno sguardo penetrante e una sensibilità rara. La sua vita e la sua opera continuano a ispirare nuove generazioni di artisti e attivisti, dimostrando che l’arte può essere un potente veicolo di cambiamento e consapevolezza.