Caso Garlasco: Fagnani sottolinea l’importanza di un’informazione responsabile

Ivan Lombardo

Luglio 20, 2025

Francesca Fagnani, nota giornalista e conduttrice, ha espresso le sue opinioni riguardo alla responsabilità dei media nella divulgazione di notizie sensibili. Durante la XVI edizione di Ponza d’Autore, tenutasi il 20 luglio 2025, la Fagnani ha sottolineato l’importanza di una verifica rigorosa delle informazioni prima di renderle pubbliche, in particolare in casi delicati come quello di Garlasco. La manifestazione culturale, di cui Adnkronos è media partner, è stata organizzata da Vis Factor e curata da Valentina Fontana.

Fagnani ha dichiarato: “La responsabilità è anche della nostra categoria, che prima di divulgare una notizia tanto lesiva per la famiglia della vittima dovrebbe fare un atto di responsabilità e verificare le prove prima di divulgare delle notizie tanto gravi e comunque smentibili.” Ha messo in evidenza il fatto che, se Stasi risultasse innocente, ciò porterebbe a una duplice conseguenza: da un lato un senso di speranza, dall’altro una vita rovinata a causa delle notizie diffuse.

La banda della Magliana

In un’intervista con Gianluigi Nuzzi, la giornalista ha approfondito il tema della famosa banda della Magliana. Fagnani ha descritto questa organizzazione come un’agenzia del crimine, operante a favore di gruppi mafiosi e di settori deviati dello Stato. Secondo la sua analisi, la banda ha avuto un ruolo cruciale nel narcotraffico, operando senza la necessità di un coinvolgimento politico diretto. Ha affermato: “C’è stata una saldatura tra i Nar e la banda della Magliana. Il narcotraffico ad oggi non ha bisogno della politica.”

Fagnani ha sottolineato che il narcotraffico è gestito da grossisti e broker della droga, e non si limita al semplice spaccio nei quartieri. La giornalista ha evidenziato come la politica e la magistratura abbiano sottovalutato fenomeni criminali di questo tipo, che continuano a prosperare senza un adeguato controllo.

Omicidio Diabolik

L’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, è stato un altro argomento trattato da Fagnani. Ha spiegato come i gruppi albanesi, nati alla periferia di Roma, siano diventati una forza temuta nel panorama criminale. Questi gruppi, inizialmente dediti al recupero crediti, hanno acquisito notorietà per la loro affidabilità e ferocia. Fagnani ha raccontato: “Sono poi diventati ‘pugilatori’, li chiamavano così perché fondamentalmente facevano recupero crediti, sempre per conto di terzi, e dopo sono diventati la batteria di Diabolik.”

La giornalista ha anche parlato del legame tra Piscitelli e la curva nord, evidenziando come il suo carisma e il consenso sociale gli permettessero di esercitare un’influenza significativa. “Gestire una curva vuol dire anche avere un esercito a disposizione,” ha affermato, mettendo in luce la crescente criminalità all’interno delle curve calcistiche e il loro potenziale come forze a disposizione di gruppi criminali. Questo contesto ha reso l’omicidio di Piscitelli un evento scioccante non solo per il mondo del calcio, ma anche per la società in generale, rivelando l’intreccio tra sport e criminalità.