Ragazzi e cancro: “Trattateci come persone normali, siamo come voi”

Diletta Rossi

Luglio 19, 2025

Edoardo, un giovane di 16 anni, ha condiviso un messaggio significativo durante la presentazione della seconda stagione della web serie “Ho preso un granchio”, avvenuta il 10 luglio 2025 ai Giffoni Film Festival. Con un sorriso contagioso, ha esortato i suoi coetanei a trattare i ragazzi malati di cancro con normalità, sottolineando quanto questo aspetto sia fondamentale per la loro vita quotidiana. La mancanza di normalità è, secondo lui, una delle cose più dolorose da affrontare per un adolescente in cura.

Partecipazione di giovani attori

Insieme a Edoardo, altri giovani attori, come Giorgia, Marta e il piccolo Gregorio, hanno preso parte all’evento, insieme a figure chiave del progetto come lo showrunner e sceneggiatore Cristiano Nardò, il regista Tobia Passigato e il dottor Billi di Mediafriends. Gregorio ha portato un tocco di leggerezza, ricordando con la sua voce infantile la sua prima esperienza in ospedale, quando chiese della famosa “Subaru Baracca”, un riferimento alla partecipazione di Aldo, Giovanni e Giacomo nella prima stagione.

Iniziativa del Progetto Giovani

Questa iniziativa è stata realizzata dal Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e promossa da Mediafriends, l’ente filantropico di Mediaset, insieme a Mondadori e Medusa, sotto la presidenza di Pier Silvio Berlusconi. “Ho preso un granchio” coinvolge 25 adolescenti e giovani in cura oncologica, i quali, attraverso sette episodi scritti e interpretati da loro stessi, raccontano con ironia e autenticità le sfide quotidiane in ospedale.

Guest star della nuova stagione

Tra le guest star di questa nuova stagione figurano nomi noti come Gerry Scotti e Juliana Moreira, insieme ai già amati Aldo, Giovanni e Giacomo. Il regista ha rivelato che Giovanni non vedeva l’ora di tornare a far parte di questo progetto.

Importanza della creatività nella cura

Il professor Andrea Ferrari, responsabile del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha sottolineato l’importanza di portare in ospedale elementi come musica, creatività e colori. Ha affermato che non basta la competenza medica per affrontare la malattia, ma è fondamentale considerare anche la vita dei pazienti, le loro aspirazioni, la scuola, i sentimenti e la famiglia. Questa visione olistica rappresenta un approccio rivoluzionario nella cura dei giovani malati di cancro, cercando di restituire loro un senso di normalità e speranza.

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