Il cuoco prima degli chef si trasforma in film: sceneggiatura completata

Diletta Rossi

Luglio 19, 2025

Una storia vera, simbolo di una generazione che ha vissuto nell’ombra, si trasforma ora in una sceneggiatura cinematografica intitolata ‘L’ultimo cuoco antico’. Questo progetto racconta le vicende di Ciccillo, un giovane che evolve da garzone a cuoco di successo, e di suo cugino Giuseppe, che emigra alla ricerca di opportunità, ma si ritrova arruolato nell’esercito degli Stati Uniti e costretto a combattere contro il suo stesso paese.

Il soggetto e il casting

Il soggetto, sviluppato dalla Fondazione ‘Falconio’ e redatto nel 2024 da Emiliano Falconio e Andrea Sanguigni, ha ricevuto il patrocinio della Federazione Italiana Cuochi. Il casting per il film avrà inizio nell’autunno del 2025, mentre le riprese si svolgeranno in diverse località, tra cui Abruzzo, Sicilia, Lazio, Campania e Stati Uniti, a partire dall’inizio del 2026.

La vita di ciccillo

Ciccillo vive durante i periodi più difficili del ventesimo secolo. In un’Italia segnata da restrizioni alimentari e tessere annonarie, riesce non solo a nutrire la propria famiglia, ma anche a conquistare le tavole di aristocratici e politici. I suoi piatti rappresentano un simbolo di sopravvivenza e dignità in tempi di crisi.

La storia di giuseppe

Dall’altra parte, Giuseppe incarna un’altra dimensione della storia nazionale. Emigrato negli Stati Uniti, viene attratto dal fascino di una guerra per la democrazia e decide di unirsi alle truppe alleate. Il suo percorso è un mix di speranza giovanile e tragedia matura. Quando finalmente si avvicina al suo paese natale, il compagno che lo accompagna e che intende documentare la sua storia attraverso un film, viene tragicamente ucciso da una mina.

Un racconto di resilienza

“Questa non è soltanto la storia di due uomini”, afferma l’autore Emiliano Falconio. “È il racconto di un’Italia che rinasce dalle proprie ceneri. Ciccillo, proveniente da Villa Santa Maria, un piccolo paese d’Abruzzo noto come la patria dei cuochi, diventa una metafora di resilienza e dignità. Gli eroi di questa narrazione non sono quelli decorati, ma coloro che, sotto il segno del cuoco, hanno sostenuto la rinascita di un Paese che sembrava perduto”.