I bonobo: le sorprendenti capacità comunicative di questi primati

Ivan Lombardo

Luglio 19, 2025

I bonobo, insieme agli scimpanzé, rappresentano i nostri più prossimi parenti viventi e condividono con noi numerose caratteristiche. Recentemente, un’importante scoperta ha rivelato che questi primati sono in grado di creare combinazioni complesse di richiami, simili a come noi umani formiamo frasi. Questo è il risultato di uno studio condotto da Mélissa Berthet, ricercatrice dell’Università di Zurigo, il cui lavoro è approfondito nella rivista Focus attualmente in edicola. La capacità di combinare elementi in frasi il cui significato deriva dalle singole parti è nota come composizionalità. Berthet ha registrato i richiami dei bonobo e li ha analizzati, rivelando dettagli interessanti sul loro linguaggio.

La ricerca nella riserva di bonobo Kokolopori

Per esplorare il significato dei richiami emessi dai bonobo, Mélissa Berthet ha trascorso otto mesi nella Kokolopori Bonobo Reserve, situata nella Repubblica Democratica del Congo. Durante questo periodo, ha osservato tre comunità di bonobo, abituate alla presenza umana, per un totale di 8-12 ore al giorno. Durante le osservazioni, Berthet ha registrato le vocalizzazioni e annotato il contesto in cui ogni richiamo veniva prodotto.

Per ogni vocalizzazione, la ricercatrice ha monitorato oltre 300 parametri contestuali, inclusi fattori come la disponibilità di cibo, le attività degli individui (nutrirsi, pulirsi, riposare) e le dynamiche sociali (l’arrivo di nuovi membri nel gruppo o i movimenti del gruppo stesso). Correlando questi contesti con le vocalizzazioni specifiche, è riuscita a dedurre il significato probabile dei richiami. Questo approccio ha portato alla creazione di un vero e proprio “dizionario” delle vocalizzazioni dei bonobo, fornendo una mappatura dettagliata dei richiami e dei significati associati.

Esempi di vocalizzazioni e loro significati

Durante l’analisi, Berthet ha identificato alcuni esempi significativi di vocalizzazioni utilizzate dai bonobo. Uno di questi è rappresentato dai richiami “yelp” e “piep”, che sembrano avere un significato simile, ma con sfumature diverse. Lo “yelp” è usato in modo imperativo, come un invito deciso a compiere un’azione, mentre il “piep” risulta più sommesso, suggerendo un approccio più gentile e aperto alla collaborazione.

Le scoperte hanno rivelato che la maggior parte dei richiami dei bonobo ha come obiettivo principale la coordinazione del comportamento del gruppo. I richiami sono spesso legati al mantenimento dell’unità spaziale e all’assicurazione che gli individui siano impegnati nelle stesse attività. Questa dinamica è particolarmente rilevante considerando che i bonobo vivono in una società a fissione-fusione, dove i membri si separano in sottogruppi durante il giorno e si riuniscono alla sera, analogamente a quanto accade tra gli esseri umani.

La composizionalità nei bonobo e in altre specie

La ricerca di Berthet ha anche indagato la capacità dei bonobo di “combinare” richiami, un aspetto noto come composizionalità. Questa abilità è stata tradizionalmente considerata un’esclusiva del linguaggio umano. Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che anche altre specie, come le cinciallegre giapponesi e il garrulo bianconero meridionale, così come gli scimpanzé, possiedono questa capacità. La presenza della composizionalità nei bonobo suggerisce che il nostro antenato comune potrebbe averla condivisa, piuttosto che essersi evoluta in modo indipendente.

Nel caso dei bonobo, sono state identificate ben quattro combinazioni di richiami. Per stabilire se una combinazione fosse composizionale, i ricercatori hanno considerato tre criteri: ogni elemento doveva avere un significato distinto, la combinazione doveva avere un significato diverso da ciascun elemento singolo e il significato complessivo doveva derivare dalle singole parti.

Esempi di combinazioni complesse

Tra le combinazioni scoperte, un esempio significativo è rappresentato da un richiamo che significa “vorrei”, seguito da un fischio che indica “restiamo insieme”. Questa combinazione viene utilizzata in situazioni di conflitto sociale, suggerendo un invito a mantenere la coesione. Un altro esempio è un richiamo che chiede attenzione, combinato con uno che esprime eccitazione, usato quando un bonobo è aggredito e cerca aiuto. Questa sequenza potrebbe esprimere un messaggio del tipo “guardatemi, sono in pericolo”.

La ricerca di Mélissa Berthet offre quindi uno sguardo affascinante sulla complessità del linguaggio dei bonobo, rivelando come questi primati possano esprimere significati attraverso combinazioni di richiami, simili a quelle degli esseri umani.