Un personaggio complesso, descritto dal regista argentino Luis Ortega come “un fantino, un tossicodipendente e un ubriacone”, si ritrova a vivere un momento cruciale della sua esistenza. Questo è il protagonista di El Jockey, una tragicommedia noir che mescola elementi surreali, ispirata dal lavoro di Aki Kaurismäki e realizzata con la collaborazione del direttore della fotografia Timo Salminen. Il film, che ha debuttato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2024, è pronto a fare il suo ingresso nelle sale italiane a partire dal 17 luglio 2025, distribuito da Lucky Red.
La trama di El jockey
Il film segue le vicende di Remo, interpretato da Nahuel Perez Biscayart, un fantino di successo che si ritrova in una spirale di degrado a causa dei suoi debiti con il Boss Sirena, interpretato da Daniel Gimenez Cacho, e delle sue dipendenze. La sua vita personale è altrettanto problematica, con una relazione in crisi con Abril, interpretata da Ursula Corbero. La caduta da cavallo di Remo segna l’inizio di una lotta interiore, portandolo a confrontarsi con i suoi ricordi e a intraprendere un percorso di trasformazione emotiva. In fuga dagli scagnozzi di Sirena, Remo assume diverse identità , tra cui quella di Dolores, mentre si confronta con gangster, amori perduti e la ricerca di nuove opportunità .
Il significato profondo del film
Ortega, classe 1980, noto per il suo approccio originale nel narrare storie, esplora in El Jockey il tema della reinvenzione personale. All’inizio della storia, Remo chiede alla sua ragazza cosa possa fare per migliorare la sua vita, e la risposta di lei è che dovrebbe “morire e rinascere”. Questo concetto di rinascita è centrale nel film e si riflette nel percorso di Remo, che si confronta con le sue esperienze passate e le sfide del presente. Il regista ha anche attinto a esperienze personali, ispirandosi a un giovane senzatetto russo incontrato per le strade di Buenos Aires e a momenti vissuti dal fratello cinquantenne.
Riferimenti e contesto sociale
Il film trae ispirazione anche da un’opera di Jack London, Il vagabondo delle stelle, dove il protagonista, dopo aver subito torture, inizia a ricordare le sue vite passate. In modo simile, Remo, affrontando il dolore, sembra accedere a molteplici esistenze. Ortega non si limita a raccontare una storia di fantasia, ma inserisce nel film un commento sulla situazione attuale in Argentina e sui conflitti sociali che stanno emergendo a causa della politica di Javier Milei. “Abbiamo un presidente terribile”, afferma Ortega, descrivendo un uomo aggressivo che sembra provare odio non solo verso gli altri, ma anche verso se stesso. Con queste parole, il regista offre uno spaccato della realtà sociale del suo paese, rendendo El Jockey non solo un’opera di intrattenimento, ma anche una riflessione critica sulla società contemporanea.