Quando un giurato del Giffoni Film Festival ha interpellato Aurelio De Laurentiis, presente alla prima giornata dell’evento, riguardo al potenziale rischio dell’intelligenza artificiale per il mondo del cinema, la risposta del noto produttore ha sorpreso molti. De Laurentiis ha affermato: “L’intelligenza artificiale mi affascina enormemente. È uno strumento di grande potenza. Chi la teme, è già fuori dal gioco”.
Riferimenti a film e produttori
Il produttore ha poi fatto riferimento al fallimento produttivo del film “Dune“, diretto da David Lynch, dichiarando: “È un film estremamente complesso, oggi possiamo vederlo diviso in due parti da Denis Villeneuve. Ma Lynch non era il regista adatto. Negli Stati Uniti, un errore può costare decine di milioni. Oggi, addirittura centinaia”.
Riflessioni sull’industria cinematografica
De Laurentiis ha continuato a riflettere sull’industria cinematografica attuale, menzionando un film recentemente uscito con un budget di 300 milioni di dollari, interrogandosi sulla possibilità di recuperare tale investimento: “Ce lo chiediamo ogni giorno”. Ha concluso con una critica incisiva al sistema di distribuzione attuale, affermando: “Netflix ha ucciso il cinema. Ma lo ha fatto in modo efficace. Non devono guadagnare dai film, ma attirare abbonati. Se aumentano anche solo di mezzo punto, il loro valore in Borsa cresce”.
Crescita di Netflix e confronto con YouTube
Durante l’estate, mentre i ragazzi erano in vacanza, Netflix ha visto un incremento della sua quota dal 7,5% all’8,5%. De Laurentiis ha confrontato questa crescita con quella di YouTube, ferma al 12%, sottolineando l’importanza della crescita, che è ciò che conta realmente.
Il cinema come espressione di passione
Il produttore ha concluso il suo intervento dedicando un pensiero al cinema come espressione di passione, affermando: “Il cinema ci rappresenta, racconta le nostre vite. Quando sono arrivato a Los Angeles, la prima cosa che ho fatto è stata costruire una vera sala di proiezione in casa. Ho contattato George Lucas e i migliori tecnici, perché oggi le sale non hanno più un buon suono. Abbiamo perso molto”.